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Green Cross in Africa tra i banchi di scuola PDF Stampa E-mail

20140024_diario-senegal04Progetto Freddas / Terre di Confine: diario di bordo dal Senegal #13

Settembre! Ricomincia la scuola anche qui in Senegal. Gli agricoltori dei villaggi di Gouriki Samba Diom e Bokhol sono tornati tra i banchi di legno, con carta e penna per tre giornate di lezione in agroforesteria.

Grazie agli esperti locali del CNRF (Centro Nazionale delle Ricerche Forestali), dipartimento afferente all’ISRA (Istituto Senegalese per la Ricerca Agricola), più di 50 beneficiari tra agricoltori e agricoltrici hanno partecipato alle attività di formazione sulle tecniche agroforestali, che saranno importanti per i terreni del progetto Freddas.

Tra le metodologie insegnate, quella fondata sull’integrazione degli alberi nel sistema di produzione agricola. Questa tecnica, che sta trasformando negli ultimi anni il Sahel occidentale, rappresenta uno dei più promettenti esempi di come le popolazioni povere possono fronteggiare i cambiamenti climatici, conservando la biodiversità e utilizzando tecniche di agricoltura sostenibile.

In qualità di agronomo per il progetto Freddas di Green Cross, ho seguito la formazione in aula e sui terreni. Sono stati tre giorni di lavoro molto intensi, sotto il caldo umido della stagione delle piogge.

20140024_diario-senegal02Seduti tra i banchi, proprio come a scuola, tutti i partecipanti hanno seguito la formazione con attenzione e condivisione facendo domande e prendendo appunti: c’è chi si è messo a disegnare le piante sui quaderni perche non aveva il cellulare per scattare una foto, chi ha ricordato che in anni passati i contadini dovevano seminare i campi quattro o cinque volte, perché il vento disperdeva i semi. Gli studenti sono fiduciosi: grazie alle lezioni dei tecnici sperano che “gli alberi proteggano e alimentino il terreno, permettendo di seminare una sola volta”.

La prima giornata è stata di formazione teorica sulle tecniche di semina per piantumazione di alberi frangivento e siepi difensive. I giorni successivi sono stati dedicati agli innesti agricoli, importanti per far superare alle piante lo stress dovuto alle alte temperature o a un’eccessiva salinità dell’acqua, che in queste zone è un problema endemico.

20140024_diario-senegal05I tenici del CNFR hanno anche ricordato come sia stato possibile ottenere importanti successi nella lotta alla desertificazione anche grazie all’introduzione di queste tecniche. Alcune piantine sono state distribuite alla popolazione perché possano essere innaffiate con cura e, una volta cresciute, un argine contro la sabbia e gli animali. 100 piantine di Acacia melifera sono state messe lungo il perimetro di recinzione dei 40 ettari del terreno a Bokhol. Attorno ai magazzini dei due siti sono state piantate, invece, 20 piante di Eucalyptus camaludensis e 20 piante di Leuceana.

Le tecniche agroforestali basate sull’uso di alberi e arbusti garantiscono un sistema totalmente naturale di lotta contro la desertificazione e i cambiamenti climatici. Le piantine di acacia assorbiranno l’azoto dall’aria  per trasferirlo al terreno, attraverso le radici e il fogliame caduto, reintegrando in questo modo la terra con nutrienti organici essenziali. Si incrementerà cosi l’assorbimento di CO2 per contrastare i cambiamenti climatici e l’effetto serra, stabilizzando allo stesso tempo l’assetto idrogeologico delle zone interessate dal progetto ed evitando così frane e smottamenti.

20140024_diario-senegal03Tutti gli agricoltori hanno potuto seguire i corsi di formazione grazie alla traduzione simultanea nelle due lingue dei villaggi, wolof e poular. Tra le lezioni che hanno riscosso maggior successo, quella dedicata all’introduzione delle tecniche di innesto dell’albero di Jujubier (o più comunemente Giuggiolo). I suoi frutti zuccherini, di cui qui in Senegal siamo molto golosi, sono ricchi di mucillagine, contengono grassi e acido zizifico, due nutrienti importanti nella lotta alla malnutrizione. A causa pero dell’avanzamento della desertificazione la specie presente in Senegal rischia l’estinzione, per questo si sta procedendo all’introduzione per innesto di una varietà indiana che aumenterà i volumi di resa del frutto e sarà più resistente al caldo torrido.

La scuola è appena cominciata e molte ancora saranno e lezioni in aula e sui terreni. Io seguirò da vicino tutti gli sviluppi e sarò felice di raccontarvi tutti i frutti, grandi e piccoli, di questa nostra avventura!

Biramebigué Diouf, agronomo del progetto Freddas - Terre di Confine

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