Ciao Antartide! Stampa
20140228_diario-antartideDiario di bordo della XXIX spedizione in Antartide: dopo due mesi i ricercatori salutano il continente bianco, dandogli appuntamento al prossimo anno

Il vento catabatico che ha soffiato per giorni impedendo il trasferimento di persone e attrezzature dalla base alla nave Italica finalmente si placa. Iniziano a salire a bordo i colleghi che con noi erano scesi in Antartide oltre un mese fa. La nave pian piano si riempie e ogni cuccetta viene occupata. L’Italica può ospitare circa 90 ricercatori in cabine di quattro o due letti (a castello), tutte con bagno privato. Nel frattempo il personale logistico a terra inizia a mettere la base “in conservazione” in modo che possa affrontare il lungo inverno antartico. Alcuni generatori rimarranno in funzione per assicurare quel minimo di energia elettrica necessaria agli strumenti di misura e controllo che rimarranno attivi tutto l’anno.

20140228_diario-antartide3Una delle ultime operazioni coinvolge soprattutto il personale militare che ha coadiuvato tutta la spedizione (Marina Militare, Idrografico, Carabinieri,..) che assiste alla cerimonia di ammaina bandiera accompagnata dall’Inno Nazionale. Questo gesto simbolico sancisce la chiusura ufficiale della base. Partecipiamo in silenzio e con una vena di commozione per questo pezzo d’Italia che salutiamo. Rimarrà solo una piccola presenza di italiani nella base italo-francese di Concordia, sul plateau antartico; per loro sarà un lungo inverno che terminerà a novembre.

Accolti gli ultimi colleghi a bordo l’Italica si prepara ad affrontare la navigazione oceanica che ci separa con la Nuova Zelanda: tutte le attrezzature, il carico e i container vengono “rizzati” (assicurati con cime o catene) in modo da non subire o produrre danni dovuto al rollio e beccheggio della nave. Le previsioni sono buone ma non bisogna correre rischi!

La sirena dell’Italica saluta la base Italiana e ci muoviamo in direzione della Nuova Zelanda. Ormai quasi tutto il Mare di Ross è libero dai ghiacci e possiamo navigare velocemente verso nord, se le condizioni meteo marine ce lo consentiranno avremo una velocità di crociera di circa 13 nodi (13 miglia nautiche l’ora).

I giorni del rientro sono  anche un’occasione per iniziare ad analizzare i dati e le misure che abbiamo effettuato in questa spedizione. Con i colleghi della base confrontiamo le esperienze e organizziamo seminari sulle attività svolte e sui primi risultati ottenuti.

20140228_diario-antartide2Non tutti i gruppi però hanno terminato le attività, alcuni di noi sono ad esempio ancora impegnati nei campionamenti per lo studio della Corrente Circumpolare Antartica (il più poderoso sistema di correnti marine del globo che avvolge l’Antartide isolandolo e preservandolo dal resto del mondo) con lanci di sonde e boe derivanti, misure dei parametri fisici superficiali e prelievo di campioni d’acqua. Tutto questo senza interferire con la velocità della nave, che deve raggiungere presto la Nuova Zelanda.

Come sempre i primi tramonti ci riempiono di emozioni dopo oltre un mese di luce continua e quando, alzando gli occhi dal buio dell’Oceano Meridionale, ammiriamo il cielo stellato dell’emisfero australe rimaniamo ammutoliti! Quest’anno abbiamo avuto anche l’opportunità di vedere una aurora che ha dipinto il cielo con fasci di luce verde.

Entriamo nel porto di Lyttelton il pomeriggio del 20 febbraio. Il nostro viaggio finisce come sempre e le emozioni sono contrastanti: felici di aver partecipato a questa avventura, felici che sia terminata!

Giorgio Budillon, coordinatore scientifico delle campagne oceanografiche per il PNRA © Riproduzione riservata

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28 FEB 2014

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