La Svizzera dice no al nucleare. Gorbaciov: «È un’opportunità storica per un futuro più sicuro» Stampa
20110929_svizzera-nucleare2La Camera dei Cantoni approva l’uscita della Svizzera dall’energia atomica

Il Parlamento svizzero ha approvato l’uscita definitiva del Paese dal nucleare. Appena il giorno Mikhail Gorbaciov, presidente fondatore di Green Cross International, aveva lanciato un appello: «La Svizzera sta compiendo passi coraggiosi verso la fine della sua dipendenza dall’energia nucleare e di questo mi congratulo. Esorto adesso i suoi parlamentari a cogliere l’opportunità storica che hanno davanti per garantire un futuro più sicuro e più pulito».

Lo scorso 8 giugno, infatti, la Camera del Popolo (Consiglio nazionale) si era già espressa contro la nuova costruzione di centrali nucleari. L’opportunità per uno stop definitivo è stata colta dalla Camera dei Cantoni (Consiglio degli Stati) che ha ora votato per il divieto totale dell’atomo con la decisione di fermare tutti i reattori entro il 2034. Una scelta importante, che porta con sé anche la volontà di favorire il business delle energie rinnovabili, aumentare l’occupazione nel settore e aiutare il Paese ad assorbire meglio l’aumento dei prezzi dell’elettricità previsto in Europa.

Di rilievo, inoltre, il fatto che la posizione antinucleare della Svizzera si inserisce in una strategia comune che vede anche la Germania e l’Italia protagoniste del cambiamento. Determinante è stato il catastrofico terremoto del marzo scorso e il conseguente tzunami che ha gravemente danneggiato la centrale giapponese di Fukushima, provocando la fuoriuscita di materiale radioattivo. «I ricordi orribili di Chernobyl e ora di Fukushima - ha dichiarato Gorbaciov - sono ancora troppo vividi per permetterci di vagliare qualsiasi altra alternativa che non sia quella di porre fine alla nostra dipendenza dall’energia nucleare».

La chiusura delle cinque centrali atomiche svizzere sarà lenta e progressiva. In base al programma proposto dal governo, si comincerà con Beznau I nel 2019, si continuerà con Beznau II, Muehleberg e Goegen dal 2022 al 2029, per concludere nel 2034 con la chiusura della centrale di Leibstadt.

Non rimane che augurarsi che l’esempio di Italia, Germania e Svizzera venga presto seguito anche dagli altri Paesi, in un’ottica di una reale spinta all’innovazione sociale e territoriale verso la sostenibilità.

28 SET 2011

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