Shoah, la mostra sugli ebrei salvati dai musulmani Stampa

20160121_mostra-besaUn viaggio tra memoria e integrazione tra i popoli attraverso le suggestive immagini di Norman Gershman

Per cinque anni ha percorso l’Albania recuperando le testimonianze dello straordinario salvataggio che riguardò quasi 2.000 ebrei e documentando i ritratti dei salvatori e dei loro discendenti. Nei suoi scatti in bianco e nero, il fotografo statunitense Norman Gershman rende onore agli albanesi musulmani che salvarono gli ebrei durante la Shoah, fino al punto di donare i propri abiti e nomi musulmani pur di obbedire al “Besa”, il loro codice d’onore, e cioè la promessa morale fatta nel 1941 a coloro che nel Paese avevano trovato rifugio scappando dalla follia nazista.

Le immagini della mostra “Besa. Un codice d’onore”, pubblicata dallo Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto a Gerusalemme, e curata per l’Italia da Istoreco, l’Istituto storico per la Resistenza di Reggio Emilia, raccontano una pagina poco nota al grande pubblico, ma il cui valore, anche alla luce della difficile situazione internazionale, è di notevole importanza.

«In un'epoca in cui l’indifferenza fu la scelta di molti, questa mostra offre uno sguardo emozionante e peculiare - dichiara il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) Renzo Gattegna -. Uno sguardo che porta al centro della narrazione il concetto di fratellanza, nella sua declinazione più alta e simbolica. Un grande messaggio per tutti, nel segno dei valori che ci uniscono e che non conoscono barriere identitarie, culturali e religiose. Il coraggio di queste donne e di questi uomini straordinari non sia dimenticato».

Per il presidente dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii) Izzeddin Elzirè importante ricordare gli avvenimenti storici e adoperarsi concretamente affinché non si torni a ripetere gli errori del passato”.

«Ancora oggi - continua Izzeddin Elzir - ci sono migliaia di persone che muoiono e non possiamo far finta di non vedere. Allo stesso tempo in Albania, così come in Africa durante l’espulsione spagnola, tanti musulmani hanno accolto i loro fratelli ebrei perche secondo il concetto coranico chi salva una vita salva tutta l’umanità. In questo senso, le immagini di Besa diventano un momento non solo di esercizio della memoria, ma di sguardo al futuro, perché le fedi religiose possono e devono essere un veicolo di pace e solidarietà».

Oggi la mostra è a disposizione di tutte le realtà interessate. Per le informazioni è possibile scrivere a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .

Anteprima delle immagini per gentile concessione di Istoreco © Riproduzione riservata

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