Diritto all’acqua: arriva l’ok dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite Stampa

20101006_diritto-acquaNuova risoluzione per garantire l'accesso all'acqua pulita. Sì anche dagli Stati Uniti

«Continua il percorso per riconoscere l’accesso all’acqua potabile come diritto umano. Non si tratta solo  di una questione concettuale, si vuole portare a termine un lavoro già cominciato e rendere effettivamente disponibile l’acqua pulita». Con queste parole Mikhail Gorbaciov, presidente fondatore di Green Cross, commenta l’adozione da parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, lo scorso 30 settembre, della risoluzione che afferma l’accesso all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie come diritto umano.

Il documento, costruito sulla base di una risoluzione “sorella” approvata già nel mese di luglio 2010 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (nel contesto della 64ª sessione dell’Assemblea generale dell'ONU), questa volta ha registrato il consenso anche da parte degli Stati Uniti, che in precedenza si erano, invece, astenuti al momento del voto.

«Un passo importante il cambiamento di posizione degli USA - dichiara Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia - che dobbiamo continuare a incalzare». «Questa dichiarazione - continua Pacilio - dovrebbe porre fine al dibattito tutto teorico sul fatto che l’accesso all'acqua potabile sia un diritto umano».

Presentata da Spagna e Germania, sponsorizzata da altri 34 Paesi e adottata da 46 Stati membri del Consiglio (sebbene il Regno Unito si sia dissociato dal consenso), questa nuova risoluzione stabilisce, infatti, una volta per tutte che il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari derivi in realtà da altri diritti dell’uomo legalmente riconosciuti, come il diritto a un adeguato tenore di vita e il diritto alla vita alla dignità umana.

In più, l’adozione del documento ha avuto luogo pochi giorni dopo il vertice ONU sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG) tenutosi a New York, dove i capi di Stato e le delegazioni si sono riuniti per valutare i progressi compiuti nella realizzazione degli Obiettivi del Millennio e per adottare un piano d’azione globale.

«Durante il vertice ONU - afferma Marie-Laure Vercambre, leader del programma di Green Cross International sull’acqua - è stato confermato che circa 884 milioni di persone non hanno ancora accesso all’acqua potabile e che 2,6 miliardi mancano, invece, dei servizi igienici di base». «Cosa ancor più insopportabile - conclude Vercambre - il fatto che 1,5 milioni di bambini muoiano ogni anno a causa di malattie legate all’acqua».

Agli Stati ora si chiede di garantire trasparenza, uguaglianza e responsabilità. Una responsabilità confermata, tra l’altro, anche dall’ultimo rapporto di Catarina de Albuquerque, esperta Onu sulle questioni dei diritti umani collegati all'acqua. Gli sforzi devono mirare a sviluppare strumenti e meccanismi capaci di adempiere agli obblighi dei diritti umani relativi all’acqua potabile sicura e ai servizi igienici e a far valere tali diritti e piani d’azione in tutte le legislazioni nazionali.

6 OTT 2010

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